È morto il Papa venuto dalla “fine del mondo”, come lui stesso aveva detto al debutto del suo pontificato nel marzo del 2013. Il Papa che veniva dall’Argentina, dal Sudamerica, ma quella frase non era solo riferita alla geografia, o alla geopolitica tradizionale. Jorge Mario Bergoglio, questo il suo vero nome, sceglieva, ed era il primo a farlo nel suo ruolo, il nome Francesco. Papa Francesco, in onore al Santo di Assisi e alla sua lezione: l’attenzione ai poveri, agli ultimi, agli “scartati” della società. L’attenzione ai temi della giustizia sociale, una Chiesa schierata non solo retoricamente con quel grande Sud del mondo che è quello della disuguaglianza, gli invitati da camerieri al banchetto del capitalismo occidentale.
Il più grande leader spirituale dell’Occidente dunque critico verso la macchina economica profonda dell’Occidente stesso e della sua macchina valoriale. Il primo Papa gesuita ed il primo profondamente riformista, convinto che precetti e norme di un potere antico e secolare dovessero cambiare con il cambiare del tempo, anzi dei tempi. Siccome il Vaticano non è solo il luogo dello spirito ma anche quello di un governo con le classiche lotte politiche di ogni governo, non è che a Francesco mancassero i nemici.
Aveva colpito, all’inizio del suo lungo ricovero al Gemelli, la freddezza liturgica con cui quel mondo già dagli annunci si preparava alla successione. Un tema che avremo modo di trattare in modo specifico nei prossimi giorni, ma come ha sottolineato a caldo subito il Presidente Mattarella, l’Occidente perde intanto un suo punto di riferimento. Un Occidente già scosso da tante piccole e grandi onde sismiche, interne ed esterne.
Un Papa che fino all’ultimo ha svolto la sua missione, ha ricevuto il VicePresidente americano Vance, un Papa che nella sua ultima apparizione pubblica, il giorno di Pasqua, il giorno prima di morire, ha rimarcato il suo impegno pacifista, a cominciare dalla guerra in Ucraina su cui si è sempre speso, sfidando critiche e strumentalizzazioni.
Francesco ci lascia un mondo a pezzi, come lui stesso lo ha definito nel suo ultimo discorso. Un mondo dove la guerra, lo disse ai cronisti in aereo durante uno dei suoi tanti viaggi, già aveva sovvertito la pace attraverso le sue drammatiche “crisi” locali. Una profezia su quello che sta accadendo, questa strana terza guerra mondiale mai dichiarata nel discorso pubblico ma sempre alle porte negli orrori che vediamo ogni giorno.
Se ne va, con questa lezione di suprema lucidità, un grande uomo e un grande Pastore. Addio Francesco!
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