Il benessere non è una questione di forma fisica, eppure ci crediamo ancora

Abbiamo tutti la nostra kriptonite. Sì, sto parlando di quella cosa a cui ricorriamo quando, inconsciamente, vogliamo farci del male. Quando la vita ci sfugge di mano. Quando ci sentiamo persi, soli, incompresi. Per alcuni, ad esempio, è il cibo. E noi viviamo in una società costruita sulle tre “S”: Skinny. Successful. Smart. Ma a quale prezzo?

Oggi più che mai, il nostro valore sembra misurato in base a quanto siamo snelli, performanti, brillanti. Se non mi sento bene con il mio corpo, eviterò quell’appuntamento. Se mi sento gonfio, mi toccherò l’addome durante una riunione, distratto, insicuro. Se esco a cena, mi sentirò in dovere di “compensare” con esercizio fisico o restrizione alimentare. Siamo stati condizionati a credere che la forma fisica sia il nostro biglietto da visita. In estate, poi, tutto si amplifica: pubblicità di costumi, diete lampo, corpi scolpiti e irraggiungibili invadono ogni spazio, dai social ai cartelloni pubblicitari.

La psicologia ci parla di priming, un fenomeno per cui l’esposizione anche fugace a uno stimolo, come un’immagine patinata su Instagram o una pubblicità di fitness, influenza inconsciamente i nostri pensieri, le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Questi stimoli visivi, pur durando pochi secondi, restano impressi nella mente e ci spingono, spesso senza che ce ne accorgiamo, a confrontarci con standard estetici irrealistici. Così, il nostro corpo smette di essere casa e diventa campo di battaglia. E ci convincono che non siamo abbastanza.

Il disagio con il proprio corpo ha un effetto a catena: influenza le relazioni, la carriera, il modo in cui ci percepiamo e agiamo nel mondo. Ma c’è una nuova onda che si sta facendo strada. Dal culto del bodybuilding, al fitness, fino a un concetto più maturo e compassionevole di wellness. Non ci ispiriamo più alle modelle degli anni ’90, magre fino al limite dell’innaturale, né ai “macho men” disposti a tutto per un fisico scolpito. Oggi, l’esercizio fisico diventa cura. Movimento. Vita.

Il messaggio è chiaro: Healthy is the new skinny. Possiamo concederci un piatto di pasta senza sensi di colpa: perché quel piatto rappresenta casa, cultura, convivialità. Non esiste lo “sgarro”: esiste la scelta consapevole, l’equilibrio, il rispetto di sé. L’attività fisica non è più un “dovere”, ma un “piacere”. Mi alleno perché mi fa stare bene, non perché devo “apparire” meglio. Perché il movimento libera serotonina e dopamina, i neurotrasmettitori della felicità.

Ecco alcuni consigli per vivere l’estate in armonia con il proprio corpo:

Rompi il ciclo restrizione–abbuffata
Saltare i pasti prima di una cena fuori non ti aiuterà. Ti farà solo arrivare affamato e perdere il controllo. Nutriti durante il giorno: il tuo corpo non è il nemico.

Pratica l’alimentazione consapevole
Evita di mangiare distrattamente davanti a una mail, a uno schermo o al cellulare. Ritagliati uno spazio di presenza: il pasto è anche un momento di connessione con te stesso.

Stop ai paragoni
Le immagini pubblicitarie mostrano corpi il cui aspetto è il frutto di un lavoro professionale, non della quotidianità. Il tuo corpo ti porta nel mondo ogni giorno. Ringrazialo, non giudicarlo.

Smetti di classificare il cibo in “buono” o “cattivo”
L’ortoressia – l’ossessione per il mangiare sano – è sempre più diffusa. Essere equilibrati è più sano che essere perfetti. Il benessere è anche libertà.

Riprendi il controllo sul tuo corpo
Non devi piacere a nessuno se non a te stesso. Il corpo è tuo, e nessuno ha il diritto di dettare le regole del tuo benessere.

I latini dicevano Mens sana in corpore sano. Forse il futuro del wellness sta proprio lì: nel tornare all’essenziale. A una forma di salute che non giudica, che accoglie, che nutre. Che non ci chiede di essere perfetti ma presenti.

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