Il governo degli Stati Uniti vuole che Google venda Chrome

Un anno dopo la sentenza che ha definito Google un monopolista nella ricerca online, il giudice federale Amit P. Mehta è tornato a esaminare il caso. Da lunedì, nel tribunale distrettuale di Washington, è in corso un’udienza che durerà tre settimane e che dovrà cercare di ristabilire la concorrenza nel settore. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha chiesto misure drastiche: la più rilevante è la separazione forzata del browser Chrome, che garantisce a Google un accesso diretto ai dati degli utenti.

Secondo il governo, il motore di ricerca di Google ha consolidato il proprio dominio grazie ad accordi miliardari con aziende come Apple, Samsung e Mozilla, che hanno ricevuto pagamenti per impostare Google come motore di ricerca predefinito. Solo nel 2021, la società avrebbe speso 26,3 miliardi di dollari in queste operazioni. Il risultato, secondo l’accusa, è stato un ciclo che ha favorito Google in modo automatico: più visibilità ha portato più traffico, più dati e, di conseguenza, un prodotto sempre più performante.

La sentenza del 2023 ha riconosciuto la violazione delle leggi antitrust, ma resta da capire in che modo intervenire. Il Dipartimento di Giustizia ha chiesto anche che Google renda disponibili ai concorrenti dati fondamentali per migliorare i propri algoritmi, come le ricerche più frequenti e i siti più cliccati. Tra le ipotesi sul tavolo, c’è persino la possibilità di costringere Google a cedere Android, il sistema operativo usato dalla maggior parte degli smartphone nel mondo.

Google, dal canto suo, ritiene che siano sufficienti modifiche più contenute. L’azienda ha proposto di mantenere la possibilità di stringere accordi per il posizionamento di Chrome, ma con alcune condizioni: i partner commerciali dovrebbero poter recedere dagli accordi annualmente e scegliere motori di ricerca diversi per diverse funzioni, come la modalità in incognito. L’azienda ha anche ribadito che eventuali misure troppo invasive danneggerebbero l’innovazione e la leadership tecnologica degli Stati Uniti.

Nell’udienza attuale sono attese testimonianze importanti, tra cui quella dell’amministratore delegato di Google, Sundar Pichai, e di dirigenti di aziende coinvolte come Apple e Mozilla. I riflettori sono puntati anche da concorrenti come DuckDuckGo e Microsoft, che potrebbero trarre vantaggio da un’eventuale apertura dei dati e da una redistribuzione degli spazi di mercato. Kamyl Bazbaz, vicepresidente di DuckDuckGo, ha commentato: «Non c’è nulla da fare ora se non osservare da vicino. La decisione potrebbe cambiare niente meno che il modo in cui tutti usano internet».

L’articolo Il governo degli Stati Uniti vuole che Google venda Chrome proviene da IlNewyorkese.

Torna in alto