Abbiamo accolto Leonardo Bagnoli, Presidente di Sammontana Holding, nel nostro box interviste nel Padiglione Italia del Summer Fancy Food per parlare di storia e nuovi progetti di uno tra i brand italiani di gelato più iconici di sempre.
Quello americano è un mercato sfidante, molto ricco di offerte, ma con un debole per il made in Italy. Cosa significa portare l’italianità al consumatore americano?
Noi siamo un’azienda familiare che da 80 anni si dedica alla produzione del gelato e di altri prodotti, per la prima colazione o torte surgelate. Il grande salto lo abbiamo fatto nel 1960, quando i miei zii e mio padre decidono di “uscire” dalla bottega del bar di mio nonno dove si dedicavano alla produzione di gelato per renderla più moderna.
Decisero di andare a cercare dei macchinari, che si diceva gli americani avevano lasciato dopo la guerra in un deposito a Genova. Trovati questi macchinari americani, tornarono a Empoli per iniziare una produzione del gelato più industriale. Ed è così che l’azienda è partita, con un’anima un po’ americana ma con il saper fare di noi italiani.
Essere qui, negli Stati Uniti, è un po’ un ritorno storico perché abbiamo riportato quel gelato italiano, italianissimo, ma fatto con quei pezzi di macchina americani nel luogo da cui quelle macchine sono partite.
Adesso inizia una nuova storia, inizia un nuovo capitolo pieno di sfide, di voglia di entrare in questo mercato, farsi conoscere e sicuramente comunque il Fancy Food rappresenta un trampolino di lancio, una piattaforma di visibilità molto importante, chiaramente c’è sempre una parte di rischio che un prodotto vada un po’ ad immergersi in un mix di altri prodotti, di altre eccellenze italiane, però da questo punto di vista
Qual è la vostra strategia per consolidare la vostra presenza nel mercato americano, per costruire un legame duraturo con i buyer, con gli importatori, con i distributori?
Noi abbiamo studiato il mercato, abbiamo fatto dei test con dei consumatori americani che hanno giudicato il prodotto molto positivamente, diverso da quello che trovano di solito. Abbiamo degli indizi che ci fanno ben sperare, è chiaro che poi il consumatore deciderà se provare il prodotto e soprattutto se riacquistarlo. Vogliamo fare le cose per bene e vogliamo essere una presenza stabile in questo mercato, naturalmente vogliamo vendere un prodotto che è frutto del Made in Italy, per cui verrà trasportato dall’Italia fino a qua e vogliamo fare le cose piano piano, con i passi giusti per consolidare il prodotto e per essere sempre più presenti in quella nicchia di mercato del premium price che ci compete.
Quali sono secondo te le sfide principali da affrontare e qual è, se c’è, l’approccio specifico che vorresti adottare?
Poco più di un anno fa abbiamo fatto un’acquisizione importante, Bindi e Fornodasolo. In particolar modo Bindi ha una presenza storica qui negli Stati Uniti e quindi la distribuzione che Bindi ha sviluppato in tutti questi anni sarà la base per poter sviluppare anche il successo del prodotto Sammontana. Una delle sfide è proprio saper sfruttare questa distribuzione, saper sfruttare la forza vendita presente negli Stati Uniti di questa azienda che adesso stiamo integrando con Sammontana per avere quella capacità distributiva, quella capacità di rendere disponibile il prodotto al nostro consumatore che è la chiave del successo.
L’articolo Sammontana, Bagnoli: “La nostra storia che rappresenta l’italianità ma con elementi americani” proviene da IlNewyorkese.